Il babywearing è la pratica di “indossare i propri bambini”, “portarli addosso”, “tenerli addosso”. Per quanto il termine inglese faccia pensare ad un neologismo, ad una parola nuova, ad una pratica attuale e moderna è invece da chiarire che la pratica di tenere i proprio piccoli addosso è piuttosto antica. La pratica del babywearing è attualmente consentita dall’esistenza in commercio di numerosi “dispositivi” come marsupi di ogni materiale, misura, forma e di fasce in tessuto elastiche o rigide.

Ma facciamo ordine. Perché una mamma e un papà devono scegliere di portare addosso il proprio piccolo?
Innanzitutto è dimostrato da un numero sempre crescente di studi quanto sia importante (e addirittura fondamentale nei primi mesi) il contatto fisico tra madre e bambino.
Il contatto infatti favorisce la produzione di ormoni come ossitocina e prolattina indispensabili per l’allattamento e in grado di ridurre il rischio di depressione post partum. Un bimbo tenuto a contatto cresce più sereno, piange di meno, dorme tranquillamente, ha uno sviluppo cognitivo migliore.
L’uso della fascia inoltre rispetta la normale e fisiologica posizione della colonna vertebrale del bambino e non sollecita negativamente le articolazioni. Anche la schiena di mamma e papà traggono numerosi vantaggi: il peso infatti è correttamente e uniformemente distribuito, evitando sovraccarichi e indolenzimenti di braccia e spalle.
E non è tutto qui, al di là delle ricerche, le esperienze di mamme e papà che praticano il babywearing dimostrano che la vita quotidiana è tranquilla, serena, stimolante, affettuosa. Una mamma o un papà abituati ad usare una fascia o un marsupio hanno numerosi vantaggi anche dal punto di vista pratico.
Indossando il proprio bimbo infatti è possibile avere le mani libere, svolgere piccole e semplici faccende di casa, accudire gli altri figli, fare la spesa, occuparsi delle normali incombenze quotidiane.
La mamma inoltre può prendersi cura di sé senza trascurare il proprio piccolo svolgendosemplici esercizi sedute o in piedi per ritornare alla forma fisica, sfruttando piccoli attrezzi, manubri, piccoli pesi alle caviglie. Sono sempre più numerosi i corsi postpartum che prevendono attività corporee per neomamme con l’uso della fascia!

Ogni attività svolta con il babywearing coinvolge anche il bimbo che si sentirà così accudito, a cui verrà trasmesso calore e amore costantemente.

Attualmente in commercio esistono numerosissimi prodotti per il babywearing: fasce di tessuto rigide ed elastiche, mei tai, fasce ad anelli, marsupi ergonomici ed altro.
Generalmente si consiglia ai genitori di evitare i marsupi tradizionali che non consentono di portare correttamente il bambino. Per scegliere il giusto supporto porta bebè e portare i bambini con soddisfazione e tranquillità è importante fare una scelta personalizzata in base alle proprie caratteristiche ed esigenze.

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Martina: sognatrice compulsiva, idealista recidiva, attratta dalle sfide, dalla fatica e tutto ciò che richiede passione, impegno, sacrificio, dedizione. Ostetrica per amore dei bambini, per ammirazione nelle donne, per fiducia nel calore della famiglia. Ostetrica perché vittima del fascino della nascita e della vita. Scelgo di fare l’ostetrica a 13 anni, vivendo una sintonia mai provata con mia madre, all’epoca alla sua terza gravidanza. In quei nove mesi sono stata per lei una collaboratrice, un supporto, un sostegno, un aiuto pratico e concreto tanto da pensare che partecipare all’attesa e alla nascita di un bambino poteva, e forse doveva, essere la mia strada. Il mio percorso da Ostetrica inizia ufficialmente nel 2011 quando riesco ad entrare presso l'Università degli Studi di Ferrara. E oggi continua, lavorando in libera professione. Essere ostetrica è rimanere sempre pronta e disponibile, è confrontarsi, è parlare, è trovare soluzioni, è passare informazioni, è ottenere fiducia, è dare affetto e calore. Perché l’ostetrica non si occupa solo di parto, di ospedale. L’ostetrica non cura. Non guarisce. L’ostetrica assiste, accoglie, accompagna. Vi siete mai chieste quale sia il vero significato della parola "ostetrica"? Ebbene, la parola ha origini latine e deriva da "obstare". Stare davanti, stare con.. Stare con la donna. Con voi, tutte. Sempre. Supportandovi, sostenendovi, incoraggiandovi, aiutandovi a fare la scelta migliore per voi, accompagnandovi, facendo emergere le vostre infinite e quasi magiche potenzialità. Amo il mio lavoro, perché ogni giorno è una sfida. Ogni giorno creo. Mi reinvento. Mi arricchisco. Ogni giorno conquisto. Sensazioni. Emozioni.

2 Comments

  1. Anonimo

    ci sono tante scuole di pensiero. quando è nata mia figlia un po di anni fa dicevano di non tenere troppo in braccio i bambini perche si abituano e non vogliono piu staccarsi dalla mamma per cui eri combattuta ma sono d’accordo con quello che hai scritto.

  2. Un neonato con il parto viene separato dall’unica cosa che conosce e che gli è famigliare: la mamma. Durante il parto “la casa” che lo ha accolto e nutrito si fa scomoda, stretta, le pareti si stringono e viene riversato fuori, in una realtà fredda, enorme, rumorosa. Un neonato non ha consapevolezza del suo corpo e del suo essere. Non conosce, non sa, in senso lato.
    Ci sono e ci sono state tantissime scuole di pensiero, come hai detto tu, ma io penso che un bambino debba stare a contatto con la mamma. Non credo nei vizi, credo nei bisogni del bambino. Credo nella cosiddetta “esogestazione”!! 🙂
    E credo anche che un bambino cullato, portato addosso, abbracciato, tenuto per il tempo che necessita in braccio o attaccato al seno senza orologi o timer o “Oddio forse così è troppo” sarà un bambino che imparerà a suo tempo ad apprezzare i suoi spazi.. e vorrà i suoi spazi. Perché è fisiologico pretendere i proprio spazi così come lo è stare vicini nei primi mesi. Un bambino che si sente sostenuto, amato, rassicurato non temerà il distacco dalla mamma quando sarà il momento. Avrà fatto tali scorpacciate di amore e calore da poterne di tanto in tanto rinunciare. 🙂

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