Alle medie ero succube di una tormentata passione per Howie D dei Backstreet boys. Volevo imparare l’inglese per poter tradurre le dichiarazioni d’amore criptate che mi mandava attraverso i testi delle canzoni.

È su questo che ho basato i miei studi fino all’università. Oltre a imparare l’inglese per amore, ho aggiunto il tedesco per obbligo e lo spagnolo perché mi sembrava (e mi sembra tutt’ora) una lingua meravigliosa, il tutto mischiato a un ingenuo ottimismo post adolescenziale che mi portava a voler imparare più lingue possibili per comunicare con l’umanità e gioire insieme del mondo meraviglioso che ci circonda.

Da un certo punto in poi la mia indole misantropica ha dato un bel calcio nel sedere all’ingenuo ottimismo e le cose sono andate in maniera diversa. Ma insomma, non siamo qui a parlare di tragedie e disprezzo per l’umanità, non è questo il punto. Il punto è che per ogni studente (o ex studente) di lingue, esiste un non studente di lingue pronto a ricordargli che sta perdendo tempo, che spreca soldi, che imparare l’inglese (o il tedesco, l’armeno, lo svedese) è facilissimo, cosa ci vuole, a lui è bastato un corso di 3 notti su internet e ora in swahili sa raccontare anche le barzellette.

In particolare, ho rilevato alcuni luoghi comuni sulle lingue diffusi e duri a morire, che sarebbe meglio sfatare una volta per tutte.

“Imparare l’inglese è facilissimo, la grammatica ha 3 regole in croce, io l’ho imparato guardando Breaking bad!”

Sì certo, tutto semplicissimo. Ne riparliamo quando arrivi ai phrasal verbs e alle diecimila varianti di significato che può avere una parola. E mi fa piacere che tu abbia imparato con Breaking bad, chissà quante volte ti ha aiutato a un colloquio saper dire “metilammina” con accento del New Mexico.

“Imparare lo spagnolo è facilissimo, è uguale all’italiano e poi aggiungi le S alla fine”

(segue risata e sgomitatina complice)
Il fatto che sia simile all’italiano aiuta sicuramente la comprensione, ma non aiuta quando c’è di mezzo il congiuntivo. Ah, per la cronaca, gli spagnoli dell’italiano dicono più o meno la stessa cosa con la variante “…e poi aggiungi le I alla fine”.

“Parlare tedesco è facilissimo, si legge come si scrive”

Certo, se sei tedesco o conosci le regole di pronuncia. Oltre a questo, declamare una frase subordinata in tedesco dall’inizio alla fine senza sbagliare una desinenza o la collocazione di una parola è quanto di più difficile abbia affrontato in 5 anni di superiori.

Insomma, non prendiamoci (e non prendeteci!) in giro… parlare bene, o anche solo discretamente, una lingua non è semplice. Diciamo basta alla derisione collettiva degli studenti (o ex studenti) di lingue, fermiamo questa forma accettata di bullismo!

Imparare l’inglese (o il tedesco, lo spagnolo, il bengalese) è una cosa seria!

 

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Web editor per lavoro, pendolare per rassegnazione, lettrice e grafomane per passione. Scrivo dove capita, quando capita, quel che (mi) capita. Ho un tormentato amore per le meringhe e guai a voi se mi tenete troppo lontana da un palco… anzi, fatemi recitare in una pasticceria!

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