In questo pezzo non parleremo di nuove tendenze, vestiti e tutto quello che ne concerne. Quindi, se vi aspettavate un articolo di moda, mi dispiace, ma oggi non posso scrivere di pantaloni, gonne e colori pastello, non ce la faccio. Se avrete la voglia e la pazienza di proseguire questa nostra conoscenza, capirete che l’essere monotematica non fa per me, tutt’altro. Amo scrivere quello che sento di voler dire e oggi, inizieremo parlando di un fatto avvenuto negli ultimi giorni che mi ha particolarmente colpita e lo faremo perché siamo donne e questo fatto ha come protagonista un’altra donna, una donna come noi, colpevole d’essersi innamorata della persona sbagliata.

Chiara ha 19 anni e in questo momento si trova in coma, in un letto della terapia intensiva dell’ospedale San Camillo di Roma; il suo compagno trentacinquenne l’ha letteralmente massacrata di botte – con calci in faccia e pancia – riducendola – parole dei dottori che l’hanno soccorsa – come solo un incidente stradale avrebbe potuto. Chiara aveva tutta una vita davanti e oggi, a causa di un rapporto malato, di un uomo malato, il suo corpo lotta tra la vita e la morte e se un giorno si dovesse mai risvegliare, sarà sicuramente ridotta a uno stato vegetativo a causa dei danni cerebrali subiti. Vi chiedo scusa se sono entrata nei dettagli, ma è inutile addolcirvi la pillola esponendovi i fatti delicatamente, la situazione non cambierebbe, Chiara rimarrebbe sempre lì, sul quel letto, in fin di vita. 

Ogni anno in Italia, viene uccisa una donna ogni tre giorni – avete capito bene, ogni tre – e credo che questo sia un dato più che allarmante, per quanto, sia chiaro, questo fenomeno che oggi viene denominato “femminicidio” è insito nella nostra società da tempi remoti, con la differenza che un tempo, la notizia di una donna uccisa, non produceva gli stessi dati Auditel di oggi. La cosa che sinceramente mi spaventa e mi rende tremendamente triste, non è il fenomeno in sè, ma il fatto che nella maggior parte dei casi, queste povere donne, vengono private del loro bene più prezioso dagli uomini che amano o hanno amato.

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Tutte le volte che m’imbatto in una notizia di questo tipo provo un mix tra dolore e rabbia, soprattutto quando leggo sui giornali “Ennesimo omicidio commesso per troppo amore”. Amore? Ma che follia è questa? Quale amore può portare a uccidere? Quale amore può portare a far del male fisico o psicologico? Perchè care mie, se un uomo vi ama, e vi ama in modo sano, non proverà mai solo una volta a sfiorarvi con un dito o a distruggervi mentalmente al punto da portarvi ad avere paura della vostra stessa ombra. Un uomo che vi ama, proverà un grande dolore se lasciato, ma vi lascerà andare via da lui, perché l’amore è libertà di scelta, non egoismo e soprattutto senso di possesso. Credo che sia proprio questo il punto. Non voglio passare per femminista incallita, non lo sono e non mi ci ritrovo nella parte, credo solo che sia giusto riflettere. Nella nostra società ci ritroviamo davanti a una figura femminile sminuita e mercificata. Il suo corpo viene associato a automobili, moto, frullatori, gomme da masticare, beni di ogni tipo, insomma, beni che ovviamente si posseggono. Non so se capite cosa intendo, ma basta guardare i cartelloni pubblicitari e gli spot televisivi per farvi un’idea.

Io credo che sarebbe ora di smetterla, cercando di donare nuovamente valore alla figura femminile, magari cessando di abbinare delle tette – caso vuole – a  una marca di silicone sigillante e un culo a un’automobile, perché questa mercificazione – date retta a una povera stupida – non ha portato a nulla di buono, tutt’altro, sentite qui;

99 volte su 100, la donna viene uccisa perché vuole chiudere o ha intenzione di chiudere il rapporto, e l’uomo, non riesce a affrontare la perdita del possesso della propria donna, non la perdita dell’amore.

 

Alla prossima

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Mi chiamo Alessandra Crinzi, abito a Genova e sono un'appassionata di moda, adoro scrivere, ma non solo, principalmente adoro il mondo femminile, in ogni sua sfaccettatura. Vivo nell'idea che "Ciò che è importante in un vestito è la donna che lo indossa", e per questo ho creato un blog www.outfitspertutte.blogspot.it ed un pagina Instagram @outfitspertutte, che si basa proprio su questa convinzione.

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