Il massaggio infantile è una pratica molto antica, da sempre utilizzata dalle popolazioni dell’Africa e dell’Est.
Secondo la tradizione di queste popolazioni massaggiare il proprio bambino è la modalità ideale per garantire una crescita sana e forte, è utile per rendere tonico e resistente il piccolo, per farlo sentire sicuro e protetto.

E’ inoltre una pratica che favorisce la socializzazione, che permette al bambino di sentirsi amato e accudito e che lo rende aperto e fiducioso verso il mondo.

Ad oggi è stato dimostrato da numerosi studi che le tradizioni antiche e popolari hanno un fondo di verità: i bambini massaggiati fin dalla tenerissima età sviluppano un ottimo rapporto con la madre e con l’ambiente circostante, crescono vivaci e sereni, piangono meno, si sentono tranquilli, fiduciosi e sicuri anche verso le cose che non conoscono.
Il massaggio è inoltre un’ottima tecnica per lenire alcuni fastidi del bambino, come i dolori di pancia o momenti critici.

Ma in cosa consiste il massaggio al neonato?

Il massaggio al bambino è un’attività guidata da personale esperto che insegna alla mamma o a entrambi i genitori le tecniche giuste per massaggiare il proprio piccolo.
Generalmente sono organizzati dei corsi in cui gli incontri si suddividono in modo da dare spazio a tutti i settori del corpo: gambe, addome, torace, braccia e collo ed infine schiena.
La mamma con le mani calde e oliate tocca, sfrega, impasta, manipola la pelle e i muscoletti del piccolo, stimola i riflessi, nomina le parti del corpo, canta, guarda i suo piccolo e comunica con lui.
Il luogo del massaggio è generalmente su misura di mamma e bambino, è un luogo caldo, accogliente, non caotico. L’obiettivo è offrire uno spazio di pace, di rilassamento o di divertimento.

E quali benefici apporta?

Il massaggio è una pratica utilissima al fine di trasmettere calore e amore. Il neonato infatti alla nascita viene separato dalla sua mamma, unica cosa che conosce e in cui si riconosce.
Massaggiare il piccolo è un modo per farlo sentire accudito, amato, rassicurato, per fargli avvertire qualcosa di famigliare e conosciuto: la pelle della mamma.
E’ inoltre un mezzo di comunicazione: essendo inizialmente il dialogo tra mamma e piccolo basato solo ed esclusivamente sullo sguardo e sul tono corporeo, il massaggio è un ottimo modo per imparare a capirsi e per instaurare un primissimo dialogo.
Tra i numerosi benefici troviamo anche quello di aiutare a gestire alcuni momenti critici come coliche e dentini. Il massaggio al pancino, apprese le tecniche, migliora la sintomatologia legata ai movimenti e ai disturbi intestinali e dona rilassamento e pace durante altre fasi problematiche dello sviluppo e della crescita.

Il massaggio stimola tutti i cinque sensi del piccolo.

La vista: il bambino che guarda, osserva e segue i movimenti della madre fa un esercizio di “allenamento” gli occhi.
L’udito: la mamma che parla, canta, nomina le parti del corpo durante il massaggio insegna al suo piccolo nuovi suoni, nuove parole e stimola l’udito del piccolo.
Il massaggio stimola il tatto: essendo la pelle un organo molto sviluppato il bambino impara con il tempo a conoscere le sue gambe, le sue mani, i suoi piedi, il suo pancino e a riconoscere come sue le varie parti del corpo sotto al tocco delle mani della mamma o del papà.
Stimola inoltre l’olfatto: il massaggio è sempre accompagnato da l’uso di un olio naturale che con il suo aroma e la sua fragranza stimola la capacità del bimbo di riconoscere i profumi.

photo credit: Fryslân via photopin (license)

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Martina: sognatrice compulsiva, idealista recidiva, attratta dalle sfide, dalla fatica e tutto ciò che richiede passione, impegno, sacrificio, dedizione. Ostetrica per amore dei bambini, per ammirazione nelle donne, per fiducia nel calore della famiglia. Ostetrica perché vittima del fascino della nascita e della vita. Scelgo di fare l’ostetrica a 13 anni, vivendo una sintonia mai provata con mia madre, all’epoca alla sua terza gravidanza. In quei nove mesi sono stata per lei una collaboratrice, un supporto, un sostegno, un aiuto pratico e concreto tanto da pensare che partecipare all’attesa e alla nascita di un bambino poteva, e forse doveva, essere la mia strada. Il mio percorso da Ostetrica inizia ufficialmente nel 2011 quando riesco ad entrare presso l'Università degli Studi di Ferrara. E oggi continua, lavorando in libera professione. Essere ostetrica è rimanere sempre pronta e disponibile, è confrontarsi, è parlare, è trovare soluzioni, è passare informazioni, è ottenere fiducia, è dare affetto e calore. Perché l’ostetrica non si occupa solo di parto, di ospedale. L’ostetrica non cura. Non guarisce. L’ostetrica assiste, accoglie, accompagna. Vi siete mai chieste quale sia il vero significato della parola "ostetrica"? Ebbene, la parola ha origini latine e deriva da "obstare". Stare davanti, stare con.. Stare con la donna. Con voi, tutte. Sempre. Supportandovi, sostenendovi, incoraggiandovi, aiutandovi a fare la scelta migliore per voi, accompagnandovi, facendo emergere le vostre infinite e quasi magiche potenzialità. Amo il mio lavoro, perché ogni giorno è una sfida. Ogni giorno creo. Mi reinvento. Mi arricchisco. Ogni giorno conquisto. Sensazioni. Emozioni.

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