Se vi dicessi un numero, tipo Millenovecentododici, cos’è che vi verrebbe in mente? Molte, magari, mi diranno che, a scuola, in Storia non sono state mai un granché brave; altre, invece, soprattutto se sono nate negli anni Ottanta come me, subito penseranno al Titanic. Non sono impazzita e non voglio darvi lezioni di storia, è che il 1912 è esattamente l’anno in cui ci ritroviamo ad osservare le vite, oltremodo variegate, dei protagonisti di “Downton Abbey”: una serie televisiva britannica, che ad oggi conta tre stagioni di grande successo e che, in pochissimo tempo, ha fatto appassionare schiere di ragazzine, di donne, e di uomini anche.
Sarà il fascino inglese, sarà l’eleganza storica dei primi decenni del secolo scorso, sarà la curiosità di spiare realtà così lontane, nel tempo e nello spazio, di osservare i vari personaggi alle prese con l’amore, con i soldi, con la famiglia, con le proprie abitudini. Fatto sta che, una volta immersi nel loro mondo, farete fatica a ritornare alla vostra caotica e troppo moderna vita, nostalgici verso un’epoca mai vissuta. La storia ha inizio nell’aprile del 1912, quando a Downton Abbey, una tenuta nello Yorkshire appartenente alla ricca famiglia dei Crawley, arriva la notizia dell’inabissamento del transatlantico Titanic, “l’inaffondabile”, e della morte di un caro cugino, erede della proprietà, deceduto a bordo della nave.
Quest’episodio getta nello sconforto e nella preoccupazione il conte e la contessa di Grantham poiché il nuovo beneficiario dell’intera proprietà e del patrimonio familiare diviene un lontano cugino, un avvocato che vive a Manchester. Tra lo sdegno e il rifiuto di lasciare nelle mani di un semplice “borghese”, che lavora, i propri beni, e la successiva rassegnazione agli eventi, si avvicenderanno una serie di situazioni, comiche talvolta, ricche di malintesi, di pregiudizi poi superati, di scontri sociali e generazionali.
Una delle caratteristiche avvincenti di questo drama è il fatto che, oltre a quelle dei Crawley, ci si concentra anche sulle vite dei domestici della tenuta, i quali risiedono “downstairs”, al pian terreno dell’enorme, antica residenza.
E’ interessante vedere com’è che si intrecciano le semplici esistenze di camerieri, cuoche, servitori, e autisti a quelle dorate dei conti e delle loro tre figlie, fatte di feste, di abiti luccicanti, di thè e pasticcini, così com’è interessante osservare il passaggio da un’epoca all’altra, un passaggio sempre ricco di eccitazione e reticenza. Succede che ci si ritrova a simpatizzare per questo o quell’ altro protagonista, a fare il tifo per questa o quell’altra coppia, a sperare che ottenga ciò che vuole, a piangere con loro e per loro.
Tutto ciò con lo sfondo di un’Inghilterra, quella edoardiana, che, nonostante cerchi di tenersi a distanza dai turbolenti fatti che imperversano al di fuori del paese, non può evitare di finirci dentro, affrontando prima il movimento delle suffragette a favore del voto per le donne, poi l’insofferenza irlandese verso l’Inghilterra che sfocerà in un conflitto vero e proprio ed, infine, la Grande Guerra.
La terza stagione verrà trasmessa su Rete 4 in anteprima assoluta quest’anno, con data ancora da stabilirsi mentre per chi, invece, non può proprio aspettare, in streaming sul web sono presenti tutti gli episodi delle tre stagioni. Insomma, se siete nostalgiche di natura, se, come me, siete in cerca di emozioni e di atmosfere vecchio stile, se siete attratte irresistibilmente dal fascino dei gentiluomini d’un tempo, non potrete fare a meno di innamorarvi di questa serie tv, com’è successo a me. Provare per credere!