Vi è mai capitato di non riuscire a frenare le lacrime mentre leggevate in treno o in metro o in autobus? A me è accaduto un paio di volte, e mi son ritrovata col libro in una mano, intanto che con l’altra provavo a ricacciare indietro i lucciconi, alzando gli occhi al cielo.  Scena imbarazzante davvero, se poi, di fronte o proprio accanto, c’è qualcuno che alza lo sguardo su di te e ti guarda con fare interrogativo e l’attimo dopo prova a trattenere un sorriso.  Che poi, solo chi legge può capire, c’è poco da fare.
Ecco cosa accade a leggere: vivi e senti a mille.
Immagino che tutte conosciate Margaret Mazzantini. Il suo romanzo più famoso è sicuramente “Non ti muovere”, del 2001, da cui suo marito, l’attore Sergio Castellitto, ha tratto un film dove recita come protagonista assieme a Penelope Cruz.

Il libro di cui voglio parlarvi oggi, però, è un altro: si tratta di Venuto al mondo, che è stato vincitore, nel 2009, del Premio Campiello( premio letterario vinto in passato da autori di rilievo come Primo Levi, Dacia Maraini, Antonio Tabucchi!) e che mi ha letteralmente rapito il cuore.
Immaginate l’Italia e la Bosnia, negli anni ’80. La Mazzantini descrive minuziosamente la Sarajevo del 1984, non ne trascura gli odori, i sapori, si intrufola nei vicoli, nelle strade, sfiorando i palazzi e le piazze, quasi affogando negli occhi della gente, quelli dei ragazzi, pieni di sogni eppure già malinconici, con i cuori gonfi di neri presagi, e quelli dei vecchi, colmi di consapevolezza.
E’ la storia di due guerre: quella di un Paese e quella di una donna, che combattono per sopravvivere al dolore, alla realtà, all’ineluttabilità della vita e degli eventi.
La protagonista è Gemma, una giovane donna che si reca a Sarajevo per concludere degli studi e che, piano piano, finisce per innamorarsi della città. Qui conosce un poeta, Gojko, che le farà da guida e interprete e con cui stringerà una grande amicizia, e Diego, fotografo genovese che diventerà il suo destino. Tornata in Italia, Diego decide di seguirla, e Gemma verrà travolta dall’entusiasmo, dall’euforia, dall’amore puro di lui, accettando così di sposarlo.
Capita a volte, però, che nasci in un luogo ma senti d’appartenere ad un altro e quando ne senti il richiamo, tu non puoi ignorarlo. Così, mentre affrontano le difficoltà di avere un figlio, Diego e Gemma tornano a Sarajevo, che sta andando incontro al conflitto armato che la dilanierà.
Sarà un crescendo di lotte, sia interiori che esteriori, di vite spezzate, di speranze rubate, di fughe e di legami indissolubili.

Ho amato questo libro perché mi ha permesso di sapere di più su una guerra che a stento conoscevo, scoppiata quando ero soltanto una bambina, e così lontana nel tempo e nello spazio nonostante fosse, in realtà, così vicina. Mi ha spinto a leggere di questo Paese martoriato, delle motivazioni, delle sorti della politica e della gente, mi ha aperto gli occhi su una realtà di cui avevo solo sentito parlare. E l’ho amato perché parla d’amore, parla di un amore folle, davvero folle tanto che ho desiderato di poter avere anche io il mio Diego, un giorno.

Ma, sopra ogni cosa, ho amato questo libro perché la protagonista non è un’eroina; Gemma è una donna comune, una donna che, a volte, non riesci a comprendere, che ti vien voglia di scuotere o di insultare, che diviene ossessionata dal pensiero di diventare madre, di legare a sé Diego con “un lucchetto di carne”, che non riesce a superare quest’ossessione senza ferire il suo stesso amore e la sua stessa vita.
Ci sono libri che ti lasciano piccole, quasi invisibili, cicatrici sull’anima.
Cicatrici che non gratti via col tempo, che restano lì, a ricordarti che tu hai vissuto ogni parola e, non importa come, tu c’eri, c’eri davvero. Con “Venuto al mondo”, a me è successo questo.

Author

Mi chiamo Tiziana, ho 25 anni, vivo a Napoli e, per gli amici, sono Tiz. Ho una laurea in Beni culturali e l’irrefrenabile istinto di mettere nero su bianco un'emozione. Accade che inizio mille cose e raramente ne concludo qualcuna, non so fare conti di matematica, sono alla ricerca di qualcosa che non so cos'è ed è per questo che mi definisco un'avventuriera, sono tremendamente pigra e odio le etichette, le generalizzazioni, il razzismo d’ogni sorta e sono attratta da tutto quello che è diverso da me. Amo cucire e lavorare a maglia, si, lo ammetto… posso definirmi una tipa vintage?! Sono imbranata, fan del Karaoke e uno dei miei sogni è quello di scrivere. E così, in attesa dell’ispirazione, leggo. Su GoWoman avrò la possibilità di parlarvi di cinema, libri e telefilm, condividendo con voi pareri, idee, opinioni e critiche. Si tratterà di chiacchiere tra amiche, insomma, quindi non siate timide e commentate! Ci ritroviamo qui, ogni settimana! Se avete Twitter ed Instagram e vi va di seguirmi anche lì, ecco i link: - https://twitter.com/Tyi87 - http://instagram.com/tiziana2112

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