Essere donna è straordinario. Quando dicono che abbiamo una marcia in più, beh, non ci stanno semplicemente facendo un complimento. È una costatazione. Io ci credo davvero.

Di sicuro, abbiamo una sensibilità, una forza, una dedizione, una cocciutaggine nel portare avanti un’idea, o anche un amore, che non è possibile trovare in altri. E siamo fortunate, viviamo in un’epoca in cui, nonostante le ancora evidenti difficoltà, possiamo dire la nostra, possiamo combattere per noi stesse e per i nostri diritti e possiamo far sentire la nostra voce, quando un’ingiustizia ci piomba addosso. Ma non è così dovunque, no.
Ci sono, tutt’oggi, paesi in cui la donna conta meno di zero. In cui è un oggetto, alla mercé degli uomini. Dove non le è concesso mostrare il volto, prendersi cura di se stessa, studiare, lavorare, guardare dritto negli occhi un uomo. Paesi in cui una donna non può decidere chi sposare, né tanto meno decidere di sciogliere il proprio matrimonio, paesi in cui si viene bruciate vive per vendetta o lapidate e il tutto alla luce del sole, senza vergogna e con la legge che resta a guardare e che avalla questi abusi.
Io credo nelle donne, credo nel nostro potere, nella nostra bellezza, credo nel valore di ognuna e soffro profondamente al solo pensiero che anche solo una donna, come me, nel mondo venga messa a tacere e umiliata o picchiata. Mi sento impotente e davvero infelice. Ed è ovvio che voglia saperne di più. Voglio conoscere di queste donne, voglio sapere del loro dolore, voglio capire cos’è che sono costrette a subire ogni singolo giorno. Perché altro non posso fare, posso soltanto cercare di guardare al di là di un pregiudizio o di stupidi stereotipi che ci perseguitano da secoli.

Un’amica mi ha prestato un libro, “Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini. Di quest’autore afghano, naturalizzato statunitense, non avevo letto mai nulla. Solo, qualche anno fa, vidi il film “Il cacciatore di aquiloni”, ispirato al suo libro omonimo, un film che mi commosse e mi lasciò un segno profondo.
Sapevo, quindi, che Hosseini racconta storie che vanno dritte al cuore e immaginavo che anche il libro che stavo per leggere m’avrebbe toccato, in un modo o nell’altro.
La storia è quella di  , Mariam e Laila, due età differenti, due vite, almeno in principio, differenti: Mariam, figlia “bastarda” di un ricco uomo d’affari di Kabul, mai vissuta in città col padre, ma relegata in una casa in collina con la madre, che non riesce ad amarla fino in fondo, divorata dall’astio per l’uomo che l’ha sedotta e abbandonata e per il frutto di questo amore sbagliato; e Laila, figlia di un insegnante e di una casalinga, che l’hanno sempre spinta a studiare e ad essere indipendente, libera.

Le loro vite si incroceranno e, in maniera imprevedibile, si troveranno sposate allo stesso violento uomo. Due mogli, due rivali che, ben presto, diventano amiche, instaurando un rapporto madre-figlia, di completa fiducia, solidarietà, amore disinteressato.
La vita non sarà semplice per nessuna delle due. La sofferenza di due donne e quella di una città, Kabul, una città martoriata e maltrattata, proprio come Laila e Mariam. Tra guerre, bombardamenti, soprusi.

Eppure, “Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri”. È così che un vecchio poeta arabo descriva Kabul, in un suo famoso verso. Parole, queste, che rappresentano l’essenza stessa della città. Parole che, in qualche modo, raccontano anche di Laila e di Mariam, e di ogni donna. Perchè anche noi abbiamo innumerevoli lune che brillano nei nostri occhi e mille splendidi soli che si nascondono dietro ogni nostro sorriso.
Vi consiglio, nel caso in cui vi siate perse questa perla, di leggere il romanzo di Hosseini. Non posso promettervi che non verserete lacrime, e non posso promettervi che la tristezza non farà capolino, ma posso assicurarvi che leggere di queste due meravigliose donne vi lascerà nel cuore un’emozione difficile da dimenticare.

Vi lascerà un segno il coraggio di Mariam, e vi lascerà un segno la forza indomabile di Laila. E sarà come averle conosciute. E aver conosciuto anche un po’ voi stesse.

Author

Mi chiamo Tiziana, ho 25 anni, vivo a Napoli e, per gli amici, sono Tiz. Ho una laurea in Beni culturali e l’irrefrenabile istinto di mettere nero su bianco un'emozione. Accade che inizio mille cose e raramente ne concludo qualcuna, non so fare conti di matematica, sono alla ricerca di qualcosa che non so cos'è ed è per questo che mi definisco un'avventuriera, sono tremendamente pigra e odio le etichette, le generalizzazioni, il razzismo d’ogni sorta e sono attratta da tutto quello che è diverso da me. Amo cucire e lavorare a maglia, si, lo ammetto… posso definirmi una tipa vintage?! Sono imbranata, fan del Karaoke e uno dei miei sogni è quello di scrivere. E così, in attesa dell’ispirazione, leggo. Su GoWoman avrò la possibilità di parlarvi di cinema, libri e telefilm, condividendo con voi pareri, idee, opinioni e critiche. Si tratterà di chiacchiere tra amiche, insomma, quindi non siate timide e commentate! Ci ritroviamo qui, ogni settimana! Se avete Twitter ed Instagram e vi va di seguirmi anche lì, ecco i link: - https://twitter.com/Tyi87 - http://instagram.com/tiziana2112

7 Comments

  1. vidi anche io quel film e mi emozionò tantissimo! cercati anche la storia di Iqbal……

  2. Sto leggendo adesso “la ragazza del treno” ed è quasi finito. Visto che sono molto appassionata credo che leggero anche il libro da te citato

  3. Sabina Sirianni

    Un libro che custodisco con gelosia nella mia biblioteca personale, che mi ha regalato mille emozioni, mentre ancora devo leggere Il cacciatore di acquiloni, ma e’ sempre li che mi aspetta.

  4. Non averlo ancora letto mi fa sentire in difetto… Soprattutto dopo quello che ho letto qui!

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